Relazione sulla visita di Cittadinanzattiva di Porto Recanati Onlus alla Fondazione I.R.C.E.R.

Relazione sulla visita di Cittadinanzattiva di Porto Recanati Onlus alla Fondazione I.R.C.E.R.

Assunta di Recanati di lunedì, lunedì 25 e venerdì 29 luglio 2016.

Come da lettera in data 19 luglio u.s. della suddetta Fondazione che scriveva: “…rimaniamo in attesa della vostra visita, che potrà essere effettuata in qualsiasi giorno della settimana nell’ora del pranzo (11,45 – 12,30).”, Giuseppe Cappelletti, coordinatore dell’Assemblea Territoriale, Alfredo Poppese membro e segretario del Direttivo e Anna Maria Natalini pratica di assistenza per un’esperienza ventennale in Piemonte e a Loreto di volontariato ospedaliero, si sono presentati lunedì 25 luglio alle ore 11,40.
I firmatari della lettera in parola: la dottoressa Mara Pierini (direttore generale) e il dottor Massimo Marconi (coordinatore sanitario) erano assenti.
Siamo stati ricevuti dalla responsabile amministrativa Susanna Biccari e, per fortuita coincidenza, proprio mentre si era ancora nel suo ufficio, ha telefonato la dottoressa Pierini che, informata della presenza dell’Associazione, ha voluto parlarmi e mi ha consigliato di visitare senza alcun limite tutto l’istituto e che comunque ha espresso il desiderio di incontrarci una volta rientrata.
Lasciato il mio numero di telefono a questo scopo, accompagnati dalla signora Biccari, abbiamo iniziato la visita iniziando dalle cucine.
Constatato l’ordine e la pulizia dei locali operativi e dei magazzini.
Chiesto se l’organico della Fondazione prevede una dietologa, ci è stato spiegato che c’è un consulente esterno, il dottor Luigi Silvestri di Recanati, che ha stilato i menù, tenuto conto delle varie esigenze e patologie, menù che sono stati accettati anche dalla RSA (Residenza Sanitaria Assistita) che si trova all’ultimo piano dell’edificio.
La lista giornaliera delle vivande cambia ogni settimana per ripartire poi dall’inizio dopo quattro settimane.
Abbiamo assistito alla distribuzione del pranzo che consisteva in minestrone di verdure, polpetta con peperonata di contorno e frutta oppure per chi preferiva la pasta: penne al pomodoro o in bianco, e, per chi aveva problemi di masticazione: passato di verdura, di spinaci, purè di patate, omogeneizzati e frullati di frutta.
È previsto nella dieta anche il pesce che è surgelato, come surgelate sono parte delle verdure utilizzate.
La qualità del cibo, nel suo complesso, ci è sembrata buona.
I pazienti autosufficienti pranzavano in una saletta a parte, mentre quelli non autosufficienti erano in parte assistiti da qualche volontario e da alcuni famigliari, mentre tutti gli altri dal personale della Fondazione che è oggettivamente scarso rispetto al numero degli assistiti che si aggira sui sessanta elementi.
Questo è l’aspetto strutturale carente, in quanto non potendoci essere contemporaneità nel servizio molti assumono il cibo freddo e quindi poco appetibile.
Si nota, inoltre, un certo affollamento degli assistiti durante il pranzo che, tenuto conto degli ampi spazi a disposizione della struttura potrebbe essere evitato perché un maggior spazio tra una persona e l’altra non solo darebbe una maggior sensazione di benessere, ma permetterebbe anche a chi aiuta di muoversi meglio tra un paziente e l’altro.
La signora Biccari ci ha spiegato che la carenza di personale di cui sopra è argomento di incontro tra il comitato di rappresentanza dei parenti dei ricoverati e la direzione dell’istituto, infatti la retta per i non autosufficienti che è di 1325 euro al mese (mentre per gli autosufficienti è di 844) deve ovviamente comprendere anche l’aiuto nell’assunzione del cibo, ma non in maniera irregolare come avviene adesso, ma in maniera sistematica da parte di personale appositamente addetto.
Le stanze da letto sono luminose e pulite: i letti dotati di meccanismi per il sollevamento. Anche le sale di soggiorno sono ampie e ben tenute.
La visita è terminata alle 12,30.
Mercoledì 27, la dottoressa Pierini invitava l’Associazione ad un incontro con lei e il coordinatore sanitario: dottor Marconi, per venerdì 29 alle ore 11,30. Invito accettato e all’ora indicata i tre di cui sopra si sono presentati e sono stati ricevuti dal dottor Massimo Marconi dato che la dottoressa Pierini sta sopraggiungendo.
In questa attesa è stato chiesto al dottor Marconi la ragione della sua richiesta al coordinatore Cappelletti, di qualche giorno fa, che all’incontro con l’Associazione non fosse presente il nostro coordinatore del TdM (Tribunale dei Diritti del Malato) Benito Mariani.
Marconi ha spiegato che essendo Mariani residente a Recanati poteva essere influenzato da voci e dicerie tipiche delle piccole comunità e che l’I.R.C.E.R. preferiva, nella ricerca di un giudizio imparziale, il confronto con rappresentanti di Cittadinanzattiva estranee alla comunità recanatese.
Sopraggiunge la direttrice, dottoressa Mara Pierini, proprio mentre, su domanda dell’Associazione, il dottor Marconi spiegava che l’approvvigionamento delle forniture alimentari, prima affidato al cuoco, è ora, continua la direttrice che interviene nel discorso, affidato a un unico fornitore certificato, vincitore di una gara di appalto, che in base alle caratteristiche merceologiche fornite dal cliente (è sempre il cuoco che continua a dare le relative indicazioni) seleziona attentamente i singoli fornitori delle varie derrate. Questa alternativa potrebbe essere dispiaciuta al cuoco per ragioni umanamente comprensibili.
È più conveniente questa soluzione dal punto di vista organizzativo perché permette di confrontarsi con un unico fornitore invece che con diversi, ed è più vantaggiosa anche da un punto di vista economico perché la società fornitrice, servendo numerose comunità, ordina ai singoli fornitori grandi quantitativi di merce e quindi spunta prezzi più bassi.
I menù, di cui ci viene consegnata una copia, sono stati stabiliti, come già detto sopra dal dietologo dottor Silvestri. (All.ti: 1 e 2)
A questo punto la prima domanda che è stata posta alla direttrice ha riguardato il problema indicato sopra e cioè la scarsità di personale rispetto al numero degli assistiti non autosufficienti durante i pasti: circa trenta disfasici sui sessanta in totale.
La dottoressa Pierini premette che la Fondazione è accreditata presso l’Asur solo come struttura socio assistenziale e nel suo statuto è posto l’accento oltre che sull’assistenza anche sulla beneficienza.
È sottoposta al controllo dell’ASUR e le ore di presenza degli operatori sanitari per assistito (80 minuti al giorno + 20 minuti) sono trasmesse periodicamente per e-mail all’Asur con cui si attivano tavoli tecnici a cui partecipa il direttore sanitario di distretto dottor Gianni Turchetti e la dottoressa Nadia Magnani e, quest’ultima è presente in Fondazione tutti i lunedì.
Mentre la RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) che si trova al terzo piano dello stesso edificio, dipende direttamente dal sistema sanitario e che ospita pazienti con varie patologie e quindi con assistenza medica sistematica, a volte dismette pazienti e li invia all’IRCER quando in realtà sono ancora in parte affetti da patologie per cui si aggravano i problemi di carenza del personale della Fondazione.
Al fine di cercare di risolvere il problema posto e soprattutto senza aumentare l’importo della retta, ci tiene a precisare la dottoressa Pierini, è in corso una trattativa con un’associazione di volontariato per la stipula di una convenzione che garantisca, da parte di quest’ultima, la presenza di un numero certo di volontari durante le ore del pranzo e della cena per tutti i giorni dell’anno, festivi compresi.
La Fondazione organizzerà dei corsi di formazione a cui dovranno partecipare i volontari prima di iniziare la loro attività.
La dottoressa crede che si possa arrivare a una conclusione positiva del progetto verso fine anno.
A questo punto Cappelletti fa presente che durante la visita di lunedì nei locali in cui gli assistiti stavano pranzando si è avuta l’impressione di un certo affollamento che come indicato sopra potrebbe essere evitato per dare una maggiore sensazione di benessere.
La dottoressa Pierini concorda in pieno sull’impressione in parola che corrisponde alla realtà perché durante il pranzo si affollano intorno agli assistiti: parenti, volontari, badanti e personale sanitario per imboccarli e infermieri per far loro assumere i medicinali.
Nonostante che gli spazi per assistito rispettino rigorosamente i parametri stabiliti dalla Legge Regionale del 6/11/2002, n. 20 che disciplina la materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture e dei servizi sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale.
Comunque, continua la direttrice, dato che si stanno riorganizzando gli spazi perché occorrono ancora tre o quattro camere da letto, si troverà il modo di ovviare all’inconveniente segnalato.

Inoltre, la dottoressa Pierini che ci tiene a sottolineare la costante collaborazione con il comitato dei parenti dei ricoverati, che, a suo tempo, aveva richiesto la presenza di un medico, non necessario in una struttura socio assistenziale come l’I.R.C.E.R.: richiesta accolta con l’assunzione del dottor Massimo Marconi.
Dalla prima domenica di maggio, precisa la direttrice, è stato inaugurato il cosiddetto “Menù della festa” con piatti che ricordano la tradizione culinaria marchigiana indicati dagli stessi ricoverati che hanno compilato un apposito questionario. Le richieste andavano dai vincisgrassi, al brodetto, eccetera. Naturalmente per i disfasici la porzione di maialino in porchetta, per esempio, viene frullata.
Una copia del suddetto menù ci è stato consegnato. (All.to 3)
La dottoressa Pierini acconsente, come da nostra richiesta, che all’interno della Fondazione vengano affisse locandine di Cittadinanzattiva.
L’incontro si è concluso cordialmente alle ore 12,40.

per Cittadinanzattiva di Porto Recanati Onlus
Alfredo Poppese

 

Allegato 1 IRCER

Allegato 2 IRCER

Allegato 3 IRCER