INDUSTRIE INSALUBRI A MATELICA – Riflettiamoci

Cari Concittadini  e sig.ri Amministratori comunali,  vi richiedo di fare una riflessione su quanto sta accadendo a Matelica, circa la recente modifica al Piano Regolatore Generale, che ha introdotta la possibilità concreta di portare nella nostra città  INDUSTRIE INSALUBRI;  detto cosi potrebbe essere una porcilaia, oppure altro insediamento agricolo che produca liquami, ma nella terminologia si annida  anche la possibilità di industrie chimiche di raffinazione di rifiuti speciali esausti  e  questo è il vero problema. C’è già il progetto?  Non c’è il progetto!  Non lo sappiamo, quello che è certo, è che questo progetto può essere fatto.

Abbiamo cercato di informarci bene su questo tipo di impianto. Sono impianti soggetti alla legge Seveso, legge sorta dopo l’incidente di Seveso. Vi ricordate? la Diossina e la Ditta ICMESA.       L’ICMESA, acronimo di Industrie Chimiche Meda Società Azionaria, era un’industria chimica svizzera che operava nella città di Meda, al confine con il comune di Seveso.

Ebbene lì avvenne un incidente con la fuoriuscita di una nuvola di gas che produsse gravi danni alla popolazione, agli animali ed alle piante,  dei Comuni di  Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio. Da qui la legge che regola questo tipo di impianti. Quindi il pericolo di incidenti pericolosissimi è rilevante e questo si desume  dalle leggi a cui deve sottostare questo impianto.

Tra gli atti dell’Unione Europea, in questo campo,  sono fondamentali:

– la Direttiva 2003/105/CE – Seveso III, che regolamenta gli aspetti legati alla sicurezza degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante;

– l’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), la nuova strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione (Direttiva Comunitaria 96/61/CE).

La normativa IPPC prevede inoltre un’ampia partecipazione del pubblico poiché la popolazione ha diritto di partecipare al processo decisionale ed essere informata delle conseguenze; la Regione Emilia-Romagna pubblica on-line le autorizzazioni di competenza regionale, pubblica i report dei gestori degli impianti e i rapporti delle ispezioni ARPA.  Se c’è un progetto la legge è stata violata.

In Italia ci sono: 4 impianti in Lombardia, 3 nel Veneto, 1 in Piemonte, 1 in Emilia Romagna e 1 in Toscana, in totale 10, che prevalentemente trattano il rifiuto solvente esausto. Il rifiuto solvente esausto, è un rifiuto speciale che può essere anche importato perché considerato materia prima per l’impianto, ciò significa che a Matelica potranno arrivare anche rifiuti dall’estero. Questi rifiuti devono essere stoccati, in depositi: vasche o serbatoi, per poi avviarli al trattamento e successivamente, una volta rigenerati,  stoccati di nuovo per la vendita. Il trattamento lascia un ulteriore rifiuto che si può valutare intorno al 30% del prodotto trattato, da avviare a smaltimento.

Quali sono i pericoli che la gestione di un impianto simile produce?  La legge prevede una tutela che riguarda: l’aria, l’acqua, il suolo, il rumore e gli odori, evidentemente questi sono i punti critici  che sono a pericolo di incidente.

Prevede anche,  che in caso di dismissione la Società proprietaria dovrà provvedere alla bonifica del suolo, ciò significa che nonostante tutte le precauzioni, anche senza incidenti rilevanti, il suolo verrà inquinato. Il consesso mondiale, oggi, considera il suolo, una risorsa naturale limitata e non rinnovabile.

Queste industrie sono altamente automatizzate per cui, se di dimensioni contenute, contenuto sarà il numero degli addetti, e quindi non possono  risolvere il problema occupazionale di Matelica. Al contrario ingrasserà l’imprenditore, con buona pace della tipicità del nostro territorio, che viene compromessa irrimediabilmente. Tutto sarà svalutato terreni, case e specialmente le attività ricettive e produttive dell’agroalimentare.

L’introduzione anche di una piccola industria di questo tipo, crea la possibilità, una volta aperta la strada, di un ingrandimento dell’impianto, utilizzando  le parole oggi di moda:  ottimizzazione, adeguamento, implementazione, ecc.,  tanto da farlo passare, da impianto modesto a grande raffineria, allora si che si avvererebbe quello che ha detto il Sindaco nel Consiglio Comunale aperto, quando ha affermato, appena votato il provvedimento, che approvava la modifica al Piano Regolatore per l’inserimento di  impianti insalubri:  i posti di lavoro saranno centinaia e centinaia.

Non solo, quando si è creato il precedente con una prima industria, passa anche la seconda,  e così via. E’ questo che vogliamo? Falconara dismette e noi apriamo?

Se qualcuno vuol venire ad investire sul nostro territorio è il benvenuto,  ma che venga alle nostre condizioni e non, come sta succedendo,  che noi  svendiamo il territorio per prepararlo alle condizioni del nuovo venuto, che non sappiamo chi è, ed è provato, che dove ci sono i rifiuti l’ambiente puzza!

Un Sindaco che non attiva queste precauzioni, non rispetta  il territorio che rappresenta. Non solo, in questo caso, abbiamo notato che  anche la giunta è stata  solerte nel dire Si all’inquinamento. Tutti yes man escluso uno, che si è dimesso, assoluto rispetto per la sua indipendenza di giudizio, ma non ha detto cosa  stanno combinando. Lo dica questo recondito motivo!

Il vicesindaco sostiene che lui non sa  niente, però si assenta perché  non si possa poi  dire che era presente a quella votazione; fa un gesto di grande altruismo, restituisce un lotto al Comune per favorire  un altro imprenditore, un concorrente,  che non sa chi sia e se lo porta accanto alla sua azienda; infine  la caduta di stile, a sorpresa, quando ci ricorda, sulla stampa, dei suoi gesti filantropici a favore delle squadre sportive di Matelica. Pur premettendo  il principio,  che una società civile che ha bisogno di benefattori non è una società giusta,  siamo favorevoli a gesti filantropici di imprenditori che operano nel territorio, ma sarebbe il colmo che, addomesticata parte dell’opinione pubblica col gesto filantropico,  la nostra comunità  dovesse  pagare  un prezzo salatissimo, quale l’insediamento delle industrie insalubri.

All’Assessore alla Sanità ricordiamo solo che insalubre vuol dire: pericoloso per la salute dell’uomo, nocivo e malsano. ( Devoto Oli)

All’Assessore all’Agricoltura, ricordiamo che a Matelica c’è il verdicchio, un’eccellenza di prestigio internazionale, che un’industria di questo tipo mette a forte rischio.

All’Assessore al Turismo, ricordiamo che abbiamo anche pagato qualcosa,  perché Matelica fosse inclusa tra i borghi più belli d’Italia, adesso nel logo, a fianco dell’edificio turrito,  ci mettiamo una bella ciminiera fumante, così  è completo.

Sorvoliamo sull’ignavia degli altri componenti della compagine che ci dovrebbe tutelare: padri di famiglia e nonni, che votano Si,  per  portarci in casa industrie nocive, che avvelenano  l’ambiente in cui viviamo, ed uno di questi ha la casa a canterto (in adiacenza). Merita una citazione quel professionista che ha visto la televisione e che, folgorato, ha votato Si,  per i giovani senza  lavoro; passerà agli  annali. Ai giovani di questa compagine ricordiamo che questo non è un problema di destra o di sinistra, ma un problema di conservazione della salubrità dell’ambiente, se l’uomo perde la natura ha perso tutto. Chiedete al vostro spirito guida se ha sentito mai parlare di compatibilità ambientale?

Per cortesia, almeno,  non contrabbandate, quello che avete fatto e state facendo, come un’IDEA  per Matelica, perché è solo un atto vandalico che avrà conseguenze centenarie, Matelica non ha bisogno di questo. Smettetela di inventarne una dietro l’altra: prima la strada delle Valche, che ci ha solo impoveriti, ( a proposito quanto è il nostro debito pro capite?); poi la centrale Biogas, il cui digestato deve essere decontaminato, altrimenti mandiamo in giro un rifiuto non controllato che avvelena il suolo; ora, dulcis in fundo, l’Industria Insalubre. Ma non vi pare troppo?

Se volete fare qualcosa, salvate la Mediterranea, è tutto pronto: stabilimento e posti di lavoro.

Cari concittadini questo è un problema grande, su cui RIFLETTERE ED AGIRE, che non può essere e non deve essere minimizzato, bisogna riprendersi in mano il futuro del nostro territorio.

Dante Reale – Cittadinanzattiva Marche – Tribunale per i Diritti del Malato di Matelica.